Con la parola “innesti” si intende in agraria quella particolare “operazione con cui si fa concrescere sopra una pianta, una parte di un altro vegetale della stessa specie o di specie differenti, al fine di formare un nuovo individuo”.
È proprio questa parola – e questa definizione – a spiegare in maniera chiarissima ciò che i Giovani Imprenditori di Confcooperative intendono per definire il loro processo di affermazione e descrivere concettualmente l’innovazione, la sostenibilità e l’intergenerazionalità che vogliono mettere in campo.
Il termine “innesti”, infatti – scelto come titolo emblematico per l’assemblea nazionale dei Giovani Imprenditori Cooperativi di Confcooperative – riesce facilmente a simboleggiare ciò che è necessario promuovere anche fra le imprese cooperative. Da un innesto nasce sempre qualcosa di nuovo, perché viene fatto per migliorare una pianta e farla germogliare; una nascita che però avviene sempre da qualcosa di preesistente. Un processo che esiste in natura e che identifica al massimo il concetto di intergenerazionalità.
Con questo presupposto si è svolta a Roma – a inizio ottobre – l’importante assemblea nazionale dei Giovani Imprenditori di Confcooperative. Il convegno nazionale è stato un momento importante di confronto con soggetti interni ed esterni al mondo della cooperazione per sviluppare il pensiero cooperativo e portare un contributo fattivo all’organizzazione; delineare linee strategiche e favorire la connessione, l’incontro intergenerazionale e generativo. Quella dei Giovani Imprenditori di Confcooperative rappresenta infatti una realtà importante, ricca ed eterogenea in cui i giovani amministratori di imprese aderenti a Confcooperative, che hanno meno di quarant’anni, sono circa 8000.
Una 2 giorni densa di coinvolgimento, che è iniziata giovedì 30 settembre con la relazione del presidente Giovani Imprenditori Dennis Maseri, è proseguita poi con l’intervento del Presidente Nazionale Maurizio Gardini, fino ai lavori delle commissioni e gli interventi dei giovani imprenditori. Un confronto proseguito anche il giorno successivo con 3 importanti relatori che hanno contribuito ad approfondire il tema: Elena Parodi, Responsabile di MadLab2.0; Enrico Ferro della Link Foundation e il prof. Luciano Monti, docente della Luiss e coordinatore dell’Osservatorio Politiche Giovanili della Fondazione “Bruno Visentini”.
E’ la prima volta, dopo il periodo covid, che i giovani cooperatori si incontrano in presenza, ed è stata anche la prima volta che Mirca Renzetti – vicepresidente de La Formica – vi partecipa come presidente dei Giovani di Confcooperative Emilia-Romagna. Ne abbiamo parlato direttamente con lei:
Mirca che cosa avete fatto a Roma e cosa ti ha colpito di più di questa assemblea?
Abbiamo avuto modo di confrontarci sulle attività svolte dal coordinamento nazionale, attività che naturalmente hanno una ricaduta anche sui coordinamenti regionali e territoriali. Mi ha colpito molto l’intervento di Luciano Monti, che ha supportato i coordinamenti giovanili italiani nel portare avanti e stimolare il nostro Governo su una proposta di dar vita ad un Pilastro interamente rivolto alle politiche per i giovani all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano. Un obiettivo che purtroppo all’interno di questa pianificazione strategica non è stato raggiunto.
Quindi non è previsto all’interno del PNRR un canale specifico per i giovani?
Si è così, non è una cosa molto stimolante sapere che in Italia non si sia voluto dedicare un pilastro specifico sul tema giovanile. Il futuro di cui noi tutti parliamo, il raggiungimento di certi target sull’innovazione digitale, l’economia circolare e la sostenibilità ambientale – a mio avviso – sono traguardi che si possono raggiungere solo se sappiamo valorizzare al meglio le nostre risorse più giovani. Questo perché i giovani hanno anche competenze più specifiche in queste materie. In questo senso ci si aspettava per il nostro paese, come hanno fatto anche altri stati d’Europa, di avere un canale dedicato, cioè delle progettualità dedicate, che fossero proprio legate a valorizzare l’inserimento lavorativo dei giovani.
Cosa si può fare adesso e quali azioni si possono mettere in campo per lavorare su questa prospettiva?
Anche se non è stato formalizzato un canale specifico per i giovani non è detta l’ultima parola. Adesso dobbiamo vigilare e presidiare con particolare attenzione quello che uscirà in termini di bandi, di concessioni e finanziamenti legati al PNRR. Qualsiasi canale di contribuzione può tenere conto della componente di inserimento lavorativo di giovani, donne e fasce sociali deboli. Dobbiamo guardare il tema in maniera trasversale, tutto quello che sarà finanziato con le risorse del PNRR va valutato nell’ottica di questa prospettiva, cioè come una possibile opportunità per raggiungere anche questi obiettivi.
Ora quali sono i prossimi passi dal punto di vista delle realtà regionali?
Il 12 novembre si terrà l’assemblea regionale di Emilia-Romagna dei giovani imprenditori di Confcooperative. Un incontro diviso in due momenti, uno privato e successivamente uno aperto al pubblico. Sarà organizzato online perché avendo già sperimentato l’anno scorso questa modalità, abbiamo visto che permette una partecipazione maggiore, che in presenza sarebbe più difficile. L’evento sarà incentrato sul tema dell’Agenda 2030. E’ prevista (e già confermata) la partecipazione della vice presidente della Regione Elly Schlein, che sul tema della sostenibilità ambientale, sociale ed economica ha lavorato già tanto. Sarà un momento di confronto particolarmente importante e in questi giorni stiamo lavorando alla definizione degli ultimi aspetti organizzativi.
e.v.