L’intervista a Maurizio Garavalli, ex responsabile di Hera, che da qualche mese collabora con la cooperativa nei controlli e nella formazione dei responsabili
Da qualche mese in cooperativa c’è un nuovo collaboratore al fianco del direttore e dei responsabili, per gestire e coordinare i tanti servizi del settore igiene ambientale. Maurizio Garavalli, in pensione dal 2019, è una vecchia conoscenza per La Formica, in quanto, dagli anni 80’, ha svolto la sua carriera presso Hera (prima Amia) come responsabile di zona, dedicandosi ai controlli di vaste aree del territorio provinciale. Un ruolo fondamentale, e anche un punto di vista privilegiato, dal quale Maurizio ha potuto assistere al graduale sviluppo della raccolta differenziata nel territorio riminese e di conseguenza anche alla nascita ed alla crescita de La Formica, che sin dalle sue origini, ha fatto dei servizi d’igiene ambientale, il suo core business.
Due percorsi di crescita, quello di un professionista e quello di una cooperativa, avanzati paralleli in maniera simile che, se pur in due ambiti differenti e con mansioni subalterne, hanno contribuito nell’evoluzione graduale della raccolta differenziata nel territorio provinciale. Due storie che adesso hanno avuto l’occasione di incontrarsi e trovare un altro livello di collaborazione proficuo per non disperdere le conoscenze e le esperienze. Ne abbiamo parlato direttamente con Maurizio Garavalli , ex responsabile di Hera che adesso é impegnato in cooperativa nei controlli e nella formazione a lavoratori e responsabili.
Maurizio, conosci La Formica sin dalla sua nascita, marzo 1996, cioè quando tu eri un dipendente di Amia, poi divenuta Hera, e la cooperativa aveva un unico appalto per la raccolta della carta presso le attività commerciali del centro storico. Che ruolo svolgevi in quel periodo?
Ero passato da poco dal ruolo di autista a quello di responsabile, a seguito di un concorso interno fatto per pensionamento di alcuni responsabili. Come primo incarico ho avuto l’organizzare dei servizi nel centro storico, che era l’area dove La Formica ha cominciato a fare i primi giri di raccolta differenziata di carta e cartone presso i negozi. Un tipo di rifiuto che altrimenti avrebbe riempito gli unici cassonetti esistenti, che erano quelli dell’indifferenziato e del vetro. Parliamo di una raccolta particolare che, dopo quella del vetro, è stata la seconda differenziazione di rifiuto sul territorio. Era una cosa nuova sia per la cooperativa che per me. Io dovevo controllare che venisse fatto il lavoro, programmare i passaggi con delle liste che aggiornavo di volta in volta e consegnavo agli operatori, controllavo gli scarichi, che all’epoca venivano fatti in dei container nell’area ecologica di via Dario Campana e gestivo eventuali segnalazioni. Un po alla volta, quello che era nato come progetto sperimentale, si è allargato a tutte le attività commerciali, tanto da suddividere la città in 4 zone e aumentare i giri. Poco dopo é nato anche il giro di raccolta della carta presso le scuole, come progetto sperimentale della provincia.
Come ed in quali fasi si è sviluppata la raccolta differenziata a Rimini ?
Fino ai primi anni 90 esisteva solo il cassonetto separato del vetro. E’ stato proprio con La Formica, nel 96, che abbiamo iniziato a raccogliere separatamente la carta nel centro storico. Trattandosi di raccolta presso gli esercizi commerciali, si raccoglieva prevalentemente cartone, poco dopo abbiamo iniziato a distinguere anche la carta di giornali, le riviste, ecc., dal cartone pulito delle attività, ed è nata la raccolta dei sacchi di ‘multi materiale’: una particolare raccolta, nata in via sperimentale dopo la metà degli anni 90’, che veniva fatta presso le utenze domestiche, dove si prelevavano i sacchi colorati in cui i residenti mettevano insieme: la carta, la plastica e le lattine. Questi rifiuti poi venivano separati all’impianto. Una sperimentazione ‘porta a porta’ che è durata poco, cioè fino a quando è stato deciso di posizionare i cassonetti sempre dedicati al ‘multi materiale’. Da li a poco, verso il 99, è iniziata la separazione dei rifiuti con i cassonetti distinti: azzurri per la carta e gialli per la plastica, posizionati nelle zone residenziali. Una modalità che, a partire dal 2000, si è estesa anche in tutta la zona a mare presso le strutture ricettive e i ristoranti con tutte le tipologie di rifiuto differenziato, ed è nata anche la raccolta degli indumenti usati che prima faceva la Caritas.
Possiamo dire che La Formica, e le altre cooperative impegnate nei servizi di igiene ambientale, hanno tracciato insieme ad Hera la storia e l’evoluzione della raccolta differenziata nella città di Rimini?
Svolgendo le mie funzioni di responsabile per Hera, mi sono trovato con i dirigenti de La Formica e delle altre cooperative come L’Olmo ad organizzare i giri di raccolta: carta, plastica, vetro e tutti i servizi che prevalentemente formavano la differenziata, poi è arrivata anche la raccolta dell’organico. La Formica ha contribuito in modo determinante all’ampliamento e allo sviluppo della raccolta differenziata perché è stata quella che ha fatto più servizi nel settore dell’igiene ambientale. E’ partita dal centro storico, ma poi è stata impegnata anche nella zona mare ed in quelle residenziali, contribuendo, con i responsabili di Hera, anche nel migliorare l’efficacia dei giri di raccolta, individuando ad esempio i posti più idonei per la collocazione dei cassonetti stradali.
Anche nel periodo in cui hai cambiato mansioni, e ti sei occupato della zona di Valconca in qualità di responsabile servizi, hai comunque avuto modo di continuare questa collaborazione ?
Si perché, mentre io crescevo professionalmente, anche la Formica diventava grande e si allargava. Ho avuto modo di continuare questa collaborazione perché la cooperativa aveva preso dei servizi anche nel comune di Coriano. Avevo già capito un po’ com’era organizzata. Nonostante tutti i problemi legati a questo tipo di servizi, sin da quei tempi era una cooperativa ben strutturata ed in grado di dare una risposta concreta alle nostre richieste e anche di adattarsi velocemente alle esigenze di gestione dei servizi, che spesso bisognava modificare. Ho sempre cercato di coinvolgere al massimo i responsabili per condividere con loro le necessità e le motivazioni che c’erano alla base di ogni determinata mansione. Credo sia importantissimo che chi fa il lavoro capisca bene perché va fatto in quel modo, piuttosto che in un altro.
Com’è nata la collaborazione con la cooperativa dopo la pensione?
Siamo partiti da un rapporto di oltre 25 anni che già era consolidato. La Formica è una realtà che in qualche maniera ho visto nascere, crescere e consolidarsi. Nonostante il raggiungimento dell’età non mi va ancora di fare il pensionato perché sento che posso dare ancora tanto. Un giorno mi è stato proposto da Octavian, il direttore de la cooperativa, una collaborazione per istruirei ragazzi e sfruttare ancora l’esperienza trentennale che ho maturato in questo settore. Mi piaceva l’idea di dare un mano a questa realtà sociale che ho visto nascere. Non è un impegno full time ed il lavoro è simile a quello che facevo prima: coordinare gli operatori ed i vari responsabili con cui già prima mi relazionavo. Così, fatte tutte le verifiche di regolarità, ho accettato questa collaborazione: mi è sembrato un modo naturale di continuare a tenermi un po impegnato nel lavoro che ho sempre fatto.
Di cosa ti occupi ora in cooperativa e come riesci a trasmettere il tuo Know-how?
Sono partito col guardare un po tutti i servizi: come erano organizzati, come erano divisi, se si potevano migliorare in qualche passaggio, poi ho iniziato a seguire i responsabili, per dare loro alcune indicazioni sul coordinamento degli operai: come esercitare i controlli, farli crescere con autorevolezza e come ottenere il massimo da ciascun lavoratore. Ogni persona è diversa ed è necessario rispettare le capacità di ciascuno, motivarli e metterli nelle condizioni di farli lavorare con serenità. E’ una funzione operativa che svolgo in parte sul territorio ed in parte in sede: cerco di dare ai responsabili e agli operatori tutti i consigli necessari per accontentare contemporaneamente sia gli utenti che il committente. Ad esempio, quando i ragazzi segnalano un problema in maniera precisa e dettagliata, è necessario dare immediatamente una risposta risolutiva, per metterli in condizioni di lavorare al meglio. Stiamo cercando anche di ottimizzare tutte le cartine dei giri di raccolta, per far si che si lavori meglio e ho visto che, per diversi aspetti, mi sembra che le cose stiano migliorando. Una parte del mio lavoro è dedicata al controllo sull’uso dei DPI, il tesserino, la divisa ecc., che in parte sono le cose che facevo anche prima su tutti i fornitori di Hera.
Hai un ruolo fondamentale sulla sicurezza e sulla qualità, in questo senso metti a frutto anche tutta la formazione che hai avuto in Hera, dove hai seguito per anni le procedure e le ispezioni sulle certificazioni, ma soprattutto puoi trasmettere hai ragazzi molto chiaramente quello che vuole il committente. Quanto è importante, anche per una cooperativa mantenere alti gli standard legati sia alla qualità che alla sicurezza ?
Direi che è fondamentale per chiunque, a maggior ragione se sei un azienda affermata sul territorio come lo è La Formica. Non si tratta solo di rispettare le procedure quando si è in prossimità di una scadenza, ma piuttosto di una mentalità calata sempre nel modo di lavorare, ogni giorno. Questo è ciò che ho imparato in tutti gli anni di servizio in Hera ed è quello che ho trovato anche qui in cooperativa. Ma è un continuo lavoro di aggiornamento e controllo. Dalle cose più semplici come la regolarità della documentazione sui mezzi, fino alle cose più importanti l’osservazione delle norme di sicurezza. Questo aspetto della qualità del servizio che dai, e come lo fai, secondo me è come un biglietto da visita, e fa una differenza enorme. L’utente ci guarda ogni giorno e, osservare le procedure e rispettare gli standard, ci mette in condizione di conquistare la sua fiducia, che poi va anche mantenuta. L’altro aspetto per me prioritario è l’osservazione delle norme sulla sicurezza. In questo caso non parliamo più di qualcosa che ci aiuta a vendere o produrre di più, ma qualcosa che tutela la salute durante il lavoro, un aspetto che i lavoratori devono assolutamente condividere affinché mettano in pratica tutte le disposizioni previste, anche quelle che, a volte sembra facciano perdere del tempo o siano apparentemente inutili. In Formica ho trovato una comunità di lavoratori già molto maturi da questo punto di vista, questo è il messaggio che mi sforzo di diffondere fra i ragazzi, perché devono continuare a capire che è un atteggiamento da mantenere, che va esclusivamente nel loro interesse.
Emiliano Violante