La Formica fra i relatori del tavolo di lavoro intitolato ‘Abitare il proprio stato’, insieme a ‘Libera Rimini’, Mario Galasso e ‘Corridoi Umanitari Papa Giovanni XXIII’.
E’ stata un’esperienza densa di contenuti la prima edizione di ‘Humus Altro Festival’, sia dal punto di vista emotivo che da quello culturale, un momento formativo vero, che ha saputo generare consapevolezza e fiducia per ritrovare un nuovo senso critico, finalizzato alla disobbedienza civile. Uno stimolo necessario per fare un’esperienza personale e coinvolgente, che ha trasmesso, ai tanti partecipanti, una condivisa coscienza aperta e fuori dai preconfezionati schemi del pensiero comune.
La Kermesse culturale, svoltasi lo scorso 13 e 14 settembre grazie al prezioso lavoro di 40 volontari dell’associazione Pacha Mama, ha avuto davvero un successo importante, non solo per le numerosissime presenze, che nel corso della due giorni hanno occupato i suggestivi giardini della Casa dell’Editore sul bellissimo colle di Covignano, ma soprattutto per la forma, originale e coinvolgente, con cui gli organizzatori l’hanno proposta.
Concerti, tavoli di approfondimento, mostre, monologhi teatrali, percorsi fotografici ed esperienziali; un susseguirsi di momenti culturali diversi, proposti da un punto di vista alternativo, cha avevano come tema centrale quello della disubbidienza. Una presa di coscienza stimolata in tutti e quattro i tavoli scelti per il confronto culturale intitolati: “abitare se stessi”, “abitare la propria casa”, “abitare il proprio Stato” e “abitare il mondo”.
L’idea è nata lo scorso inverno in una delle riunioni dell’associazione Pacha Mama, dove una decina di giovani volontari si sono interrogati sul senso della disobbedienza civile, a partire dallo straordinario esempio di Mimmo Lucano Sindaco di Riace e sul significato di ‘violare la legge’, per perseguire un bene superiore. Una riflessione che poi si è allargata moltissimo prendendo in considerazione anche tutti quegli atti di disobbedienza civile, di pensiero critico e visione divergente, che hanno dato forma al programma dell’evento.
Suggestivo il flash mob organizzato dai ragazzi di ‘Mio fratello muore in mare’, a cui hanno partecipato tutti i presenti. I volontari della pagina facebook @miofratellomuoreinmare, che ogni domenica pomeriggio ricordano le persone morte nei viaggi verso l’Europa, hanno sollecitato la riflessione con un momento particolarmente sentito in cui sono stati letti a voce alta gli oltre 200 nomi delle persone scomparse solo nel mese di settembre 2018. Sono partiti invece con una provocazione sull’abitare se stessi, agli artisti Damiano e Margherita Tercon e Philipp, che hanno introdotto il pomeriggio di divulgazione nei 4 tavoli, con un intervento sui limiti e le paure personali, stimolando tantissima partecipazione.
Nei successivi tavoli di lavoro, in cui si sono sviluppate le varie declinazioni dell’abitare se stessi, si sono ascoltate tante testimonianze come quelle del gruppo ‘abitare lo stato’, in cui anche La Formica ha dato un contributo significativo nel descrivere come in questi anni si sia provato ad organizzare una realtà aperta ed accogliente, oggi governata da un Consiglio d’Amministrazione in cui sono presenti 3 lavoratori non italiani ed in cui tanti ruoli di responsabilità sono stati affidati a cittadini immigrati che hanno dimostrato, sul campo, la propria serietà, il proprio valore, oltre ad avere straordinarie capacità lavorative.
“L’idea di chiamare la Formica – afferma Pietro Gabrielli, Presidente dell’associazione Pacha Mama – è nata in primis da un legame personale che ci lega da anni, ma soprattutto perché la cooperativa, che opera a Rimini da oltre 20 anni, rappresenta una realtà sociale solida in cui si può intravedere una prospettiva di futuro che noi condividiamo, che è quella di una società impegnata sul fronte del lavoro multiculturale, capace di accogliere e dare una possibilità a tutti, a prescindere dalla provenienza o dal colore della pelle.”
Il pomeriggio del sabato poi, prima della cena negli stand equosolidali e del concerto serale, si è chiuso con il riassunto finale dei dibattiti sui temi dell’abitare e un’interessante riflessione sull’importanza della comunicazione e della corretta interpretazione di una notizia, soprattutto sui temi sociali e quelli legati all’immigrazione. Questo confronto è stato tenuto dal giornalista Brahim Maarad, della Redazione Esteri di AGI (Agenzia Giornalistica Italia), che con grande esperienza ha saputo spiegare il percorso della costruzione di una notizia, come può essere strumentalizzata, trasformata e come porsi davanti ad una news per scovare più a fondo, interpretarla al meglio, con un atteggiamento critico e distaccato ed arrivare a costruirsi quindi un’opinione coerente con i fatti oggettivamente accaduti.
Violante Emiliano