Conclusa anche la seconda fase del “Percorso di co-creazione della vision e obiettivi di sviluppo della cooperativa”. Ora la parola al ‘gruppo di lavoro, ricerca e sviluppo’.
“Come possiamo allinearci su una visione condivisa di chi siamo? Dove stiamo andando? Qual è l’impatto che vogliamo produrre nel “mondo”? E quali sono i prossimi passi per arrivarci?” Sono state queste alcune delle domande che si sono posti i soci della cooperativa, da cui è nato l’importante percorso di confronto formativo, avviatosi lo scorso inverno e che, nelle scorse settimane, ha concluso la sua seconda fase.
Non si tratta di una normale formazione di routine, prevista periodicamente per migliorare o risolvere aspetti organizzativi, né tanto meno di un obbligo, per ottemperare a qualche tipo di incombenza normativa. Ciò che è accaduto in Formica in questi primi mesi del 2019 è qualcosa di più forte: il frutto di un atteggiamento virtuoso e responsabile che, difronte ai cambiamenti, inevitabili che arrivano con il passare del tempo e con la crescita dell’impresa, si pone il problema di non perdere i valori originali da cui è nata la cooperativa.
Negli ultimi anni infatti la cooperativa ha attraversato molti cambiamenti, sia a livello organizzativo che di inserimento di nuove persone al suo interno. Una modifica strutturale per la quale si è sentita la necessità di allineare prima il gruppo dirigente e poi anche i soci, attorno a una visione condivisa dell’identità della cooperativa, per rigenerare non solo una nuova vision e mission, ma anche nuovi indicatori di impatto, e ambiti di miglioramento.
Ecco la ragione principale che si nasconde sotto l’organizzazione di un percorso formativo come quello messo in atto in questi mesi, che sicuramente è stato lungo e anche faticoso ma fondamentale per ritrovarsi e riconoscersi intorno ai valori originali.
Sono stati per primi i dirigenti ed i responsabili a mettersi in discussione, dando inizio, nel mese di marzo, alla prima fase di questo cammino condiviso che è stato coordinato da Letizia Piangerelli e da Giulia Cassani di Social Seed, consulenti esperte nell’innovazione delle imprese sociali e all’accompagniamo di persone, comunità e organizzazioni per renderle pronte al cambiamento.
Una prima fase formativa ha visto coinvolte 15 persone, tutte impiegate in ruoli direttivi, dal comitato esecutivo a tutto il personale d’ufficio, fino alla direzione operativa. Un’efficace confronto che è avvenuto in 4 tappe fondamentali in cui si è lavorato su più fronti: un aggiornamento dell’identità della cooperativa, alla luce dei cambiamenti recenti; un allineamento del gruppo dirigente su vision, mission, ambiti d’azione; la definizione di indicatori di impatto coerenti con cui misurare il proprio operato nel tempo; ed infine identificare ambiti di miglioramento e modalità per affrontarli.
Il gruppo direttivo è riuscito ad immaginare il futuro della cooperativa, partendo dalle cose migliori che hanno contraddistinto il passato e il presente della cooperativa, come la creazione di opportunità per integrare la fragilità e le diversità, mettere la persona al centro nella sua crescita umana e professionale, il valore della squadra, gli investimenti innovativi, le collaborazioni e la trasparenza con il proprio territorio.
Presupposti da cui è nata la prima proposta di vision: “Innovare per crescere con serenità. Erogare i migliori servizi ambientali per i cittadini di Rimini per offrire opportunità di lavoro alle persone più fragili”.
“Da qui – precisa Mirca Renzetti – si è giunti a definire i 5 passi strategici da fare per raggiungere la visione, che sono stati individuati in un nuovo metodo di scambio informazioni tra uffici e responsabili; nelle azioni di aggiornamento su scenari di mercato e formazione su competenze digitali; nella creazione di 2 gruppi di lavoro sulla ricerca e lo sviluppo e sul benessere aziendale; nella una comunicazione esterna mirata per attrarre persone con competenze specialistiche e negli investimenti che riguardano la riorganizzazione della sede. Il gruppo dirigente – conclude la Vicepresidente – non si è fermato qui, ma ha definito anche i valori/comportamenti che, attuati da tutti, potranno consentire più velocemente il raggiungimento della visione. Questi dovranno essere il rispetto, la forza di volontà, la chiarezza del ruolo ricoperto, conoscenza/cultura e l’essere autentici.”
Un percorso intenso che, alla conclusione della prima fase, è stato condiviso con tutta la base sociale, sia nelle pre-assemblee, che durante l’ultima assemblea dei soci, avvenuta lo scorso maggio per l’approvazione del bilancio. Questo efficace coinvolgimento, ha dato inizio alla seconda fase del percorso che si è svolto nel mese di giugno, in cui sono stati coinvolti tutti i soci lavoratori. Un calendario di 4 date, in cui, i soci lavoratori, hanno approfondito le proposte emerse dal lavoro del gruppo dirigente, integrandolo con proprie proposte e arricchendone i risultati definitivi. Un prezioso lavoro, coordinato dal socio volontario Matteo Gazzitano, dalla psicologa aziendale Giulia Bertozzi e dalla vicepresidente Mirca Renzetti, che si è strutturato con un piano simile al percorso precedente, concentrando la discussione su tre domande principali, che sono state: Cosa La Formica fa oggi per includere la fragilità? Quali sono i punti di forza e di debolezza delle azioni di inclusione attuate oggi dalla Cooperativa La Formica? Quali possono essere le nuove prospettive future per facilitare l’inclusione lavorativa?
Non è mancata la collaborazione dei lavoratori. Nel conclusivo momento plenario, ogni gruppo ha riportato le proprie riflessioni, attivando così un momento di libera condivisione e arricchimento reciproco, che ha contribuito ha modificare definitivamente la proposta di vision individuata nella precedete attività: “Innovare per crescere con serenità. Erogare servizi di alta qualità per offrire concrete opportunità di lavoro a persone con fragilità.”
Alla fine si è giunti al risultato importantissimo della definizione di una nuova mission aziendale e di una nuova vision, con cui tracciare la strada della cooperativa da perseguire per i prossimi anni. Un traguardo, che ha creato nuova consapevolezza e valori condivisi, dentro il quale sono stati riconosciuti chiaramente i servizi ambientali come il ‘core business’ della cooperativa, in cui continuare ad investire e innovare, ma non in via esclusiva, sia per coerenza con le finalità sociali, che per la necessità di diversificare le attività. Un tentativo che la cooperativa deve fare, provando a muoversi anche in altri ambiti come quello turistico, dove i soci hanno intravisto, considerate anche le caratteristiche territoriali, uno spazio di crescita e di sviluppo.
Ampio spazio è stato dato al concetto di fragilità che è stato compreso e visto con una nuova dimensione, includendo cioè anche tutte quelle fasce sociali deboli che non sono riconosciute dalla norma, ma che comunque necessitano di una azione inclusiva. Un vero cambio di paradigma che include anche tutti quei casi in cui persiste una situazione di precarietà sociale o disabilità in una famiglia di un lavoratore normodotato.
E’ stato definito chiaramente anche l’ambito territoriale del contesto riminese, come quello principale a cui continuare a restituire trasparenza e ricchezza, ma con uno sguardo anche ai territori limitrofi, per valutare sempre anche altre opportunità ed occasioni di crescita.
“E’ stato un percorso difficile ma molto importante per la cooperativa – precisa Pietro Borghini – con il quale dirigenti e lavoratori, lavorando insieme, hanno delineato come, in un orizzonte di medio periodo, poter far diventare la nostra cooperativa un’organizzazione in grado di erogare servizi di qualità, avendo sempre al centro la propria finalità sociale. Si è trattato di un confronto efficace che ci ha portato a definire un valore fondamentale, che è anche quello che ha costruito nel tempo la forza della nostra cooperativa, cioè il gioco di squadra. Valore e attitudine – conclude il presidente – che sarà fondamentale anche per inserire nuove professionalità, che portino competenze coerenti con le prospettive di sviluppo. Questo enorme lavoro chiaramente non termina qui, ma da qui ha un nuova prosecuzione nella costituzione di un ‘gruppo di lavoro, ricerca e sviluppo’, che il CdA dovrà costituire e che si occuperà di dare forma e sostanza alle tante proposte emerse.”
Violante Emiliano