Un momento di svago per accrescere le proprie competenze culturali e le relazioni extralavorative. L’intervista alla vicepresidente Mirca Renzetti
Quella di cogliere e sfruttare le straordinarie opportunità del welfare aziendale è un’attività che La Formica sta mettendo in atto da tempo, mettendo in campo iniziative ed eventi extralavorativi per i propri dipendenti con lo scopo di creare coinvolgimento, senso d’appartenenza e stimolare la motivazione lavorativa. Un’opportunità per la cooperativa che non punta solo a migliorare il clima organizzativo, ma anche il benessere dei dipendenti e accrescere il proprio valore in termini di coinvolgimento e responsabilizzazione.
Aveva anche questi obiettivi la visita guidata al Teatro Galli, organizzata la scorsa domenica 7 aprile per la quale un gruppo di quasi 80 persone, soci, lavoratori e familiari de La Formica, si sono ritrovati in centro storico per entrare dentro al nuovo teatro Polettiano, di recente ristrutturazione. Un momento culturale, istruttivo che ha contribuito a far crescere quell’equilibrio fondamentale, che va sempre rinnovato, tra cooperazione, lavoro, benessere e rispetto tra colleghi.
Ne abbiamo parlato con la vicepresidente Mirca Renzetti.
Mirca, la cooperativa fino ad oggi, durante la ricostruzione del Teatro Galli si è occupata di tanti servizi di igiene ambientale nell’area esterna al Teatro. Praticamente possiamo dire che, come tutti i riminesi, anche i lavoratori de La Formica hanno visto crescere il cantiere del teatro in tutti questi anni, fino alla sua realizzazione e in qualche maniera vi hanno anche contribuito. Oggi La Formica entra nel teatro, qual’è l’iniziativa organizzata per i soci ed i loro familiari ?
Volevamo organizzare nell’ambito di un discorso di welfare aziendale un momento con i nostri soci, i lavoratori e le loro famiglie. L’idea di venire a visitare il Galli è nata dal fatto che comunque noi con i nostri lavoratori in centro storico ci siamo, tutti i giorni. Nell’ambito della raccolta dei rifiuti, nell’ambito dello spazzamento della strada, della piazza e tra l’altro tutti i giorni veniamo a pulire ed igienizzare proprio queste gradinate che danno accesso al teatro. Era quindi l’occasione per dare modo a tutti nostri ragazzi di poter visitare questo teatro che ha riaperto e che dà tanto lustro alla nostra città. E’ stata una grande soddisfazione anche per noi, ed i nostri lavoratori, vedere un cantiere così importante trasformarsi, anno per anno, e arrivare alla bellissima inaugurazione dello scorso novembre.
Che risposta avete avuto in termini di partecipazione e coinvolgimento dei lavoratori ?
Il coinvolgimento è stato molto elevato soprattutto perché hanno deciso di partecipare in questa domenica numerosi soci storici della cooperativa, ma anche ragazzi più giovani che sono al primo rapporto lavorativo. Hanno portato le famiglie, le moglie, i figli, un momento davvero di grande socializzazione e di relazione importante fra tutti. Credo sia un sano modo di socializzare di stare insieme, aldilà dell’orario di lavoro. Una opportunità che è stata colta da tutti perché è una cooperativa di persone che hanno voglia di stare insieme, anche fuori dagli orari ordinari di lavoro e questo è un aspetto molto importante, che vorremo continuare a far crescere.
Qual’è l’importanza di questi momenti paralleli al lavoro che la cooperativa vuole promuovere e che sono anche molto ricercati fra i lavoratori ?
Innanzitutto conoscersi. Credo che entrare in relazione con gli altri sia molto importante. Anche le famiglie in queste occasioni possono entrare in contatto con i colleghi dei propri mariti, dei propri figli e capire chi c’è dietro a quei nomi che magari ricorrono spesso nelle nostre case. Dare volto a quei nomi che si sentono spesso nei nostri racconti, quando ad esempio a cena si parla di com’è andata la giornata di lavoro. E poi fare gruppo, fare squadra, compattarsi e questo nasce proprio dal conoscersi dal frequentarsi, anche in momenti come questi, cioè extra lavorativi, che hanno un’enorme valore per la crescita sia del gruppo che delle persone. Tutto parte dalla relazione tra le persone, da lì si arriva allo stare bene anche sul lavoro, tra colleghi. Diamo molta importanza al nostro lavoro, farlo bene rispettando ogni regola e procedura di sicurezza, ma riteniamo che non ci sia solo quello, anzi il lavoro è solo lo strumento che ci serve per finalizzare la nostra mission rispettando i valori che abbiamo condiviso. Dare una risposta ad una richiesta di lavoro, nell’ottica della sussidiarietà, guardando chi è stato più sfortunato o è rimasto indietro per motivi personali o di salute, dare un segnale forte in questa direzione nel territorio in cui siamo nati e cresciuti. Questi obiettivi si raggiungono solo se si riesce a creare vera coesione fra soci e lavoratori. In questo senso la crescita del welfare aziendale ha un’importanza strategica, soprattutto per una cooperativa sociale.
Una scelta, anche in riferimento al luogo visitato, che forse è stata anche il frutto del forte legame con la città ?
Creare questo momento ha voluto dare anche un’opportunità ai nostri lavoratori che magari non conoscevano la storia del Teatro Galli. Si, la visita al teatro è stata effettivamente una scelta guidata dal nostro legame con il territorio riminese e la sua forte propensione turistica. Pensando a cosa organizzare questa volta c’è venuta in mente una scena molto carina, cioè che magari un turista che passeggia in piazza, vedendo questo enorme palazzo con le sue imponenti vetrate, gli archi e le colonne, possa chiedere delle informazioni e magari anche uno dei nostri ragazzi, che spazzano tutti i giorni davanti al Teatro, possa essere in grado di aiutarlo, fornendo indicazioni precise ed appassionate sul valore storico che ha questo importante luogo ritrovato. Quindi un momento di relazione e promozione, ma soprattutto una capacità personale, una competenza extralavorativa, perché non c’è solo il lavoro, per noi è importante anche aumentare le conoscenze personali.
Come è stata organizzato il pomeriggio del 7 aprile?
E’ stato un pomeriggio molto partecipato perché abbiamo dovuto organizzare ben tre gruppi diversi per la visita, ciascuno di circa 27 persone accompagnate da una guida che ha spiegato la storia e la conformazione del palazzo. Le visite sono iniziate verso le ore 16 per circa 45 minuti, con un passaggio nelle sale principali del Teatro. Siamo contenti dell’adesione che hanno dato i lavoratori e dell’interesse che hanno mostrato durante tutte le visite. I gruppi avevano una composizione mista: dai soci storici, che hanno colto l’occasione d’incontrarsi e di passare una domenica pomeriggio di svago, fino ai lavoratori appena assunti, che hanno colto l’occasione anch’essi di conoscere meglio i luoghi importanti della città in cui abitano e stringere relazioni con i colleghi, con cui condividono la gran parte delle ore della propria giornata
Violante Emiliano