La Formica, co-produttrice del film realizzato in crowdfunding dalla cooperativa Arcobaleno di Torino
E’ stata un’assemblea diversa dal solito quella che ha riunito i soci de La Formica lo scorso 30 marzo, un momento di condivisione importante con un deciso taglio culturale su un tema molto vicino alla cooperazione sociale. ‘Al massimo ribasso’ è il titolo del film, prodotto anche con il contributo de La Formica e realizzato dalla cooperativa Arcobaleno di Torino, la coop nata nel 92 all’interno del gruppo “Abbene” che ha 250 soci e si occupa di raccolta di rifiuti. Il film ‘denuncia’, che ha già ricevuto diversi premi, racconta di appalti truccati e infiltrazioni mafiose e ha saputo restituire, con una storia di fantasia, una prospettiva reale ed un senso di incertezza comune a tutte le imprese sociali, raccontando in maniera realistica, lo stato d’animo dei soci delle cooperative sociali.
Organizzazioni mafiose e gare d’appalto truccate: con ‘Al Massimo Ribasso’ viene raccontata la storia di Diego, che lavora per conto di aziende legate alla mafia, spiando i concorrenti che partecipano alle gare d’appalto. Il protagonista riesce a fornire la cifra esatta che le aziende metteranno in busta nelle aste al massimo ribasso. Nessuno sa come ci riesca e nessuno conosce il suo segreto. Non si fa domande, lavora per i cattivi, ma vive con le vittime e solidarizza con loro. Solo l’amore per una donna lo costringerà a scegliere da che parte stare. Una storia inventata su un tema molto delicato e troppo taciuto ma che realmente esiste e fa da retroscena ad un mondo di lavoro e solidarietà che cerca di sopravvivere nonostante le mille difficoltà. L’assegnazione dei lavori al massimo ribasso, spesso contribuisce a mettere in crisi realtà lavorative sane, dando il senso di ciò che non funziona in una società oramai non più equa, dove i più deboli rischiano di rimanere schiacciati dalla perdita del lavoro, perché si sceglie di affidare, solo all’indicazione di un prezzo, l’affidamento di un servizio.
L’amicizia tra le due cooperative Formica e Arcobaleno è nata nell’ambito della Rete 14 luglio, la rete di cooperative sociali di inserimento lavorativo, che provano ad individuare soluzioni per lo sviluppo e la costruzione di prospettive future. Una rete, presente in 7 regioni italiane, dentro la quale si attivano da anni condivisioni di buone prassi ed intense collaborazioni. E’ stato proprio questo sistema di relazioni positive, oltre ad un pieno consenso per la trama del film, a convincere i soci de La Formica a diventarne co-produttori, nella convinzione che sia necessario divulgare una cultura sana della cooperazione sociale, troppo spesso messa in crisi da leggi e regolamenti restrittivi che rischiano di soffocarla.
“Abbiamo fatto una scommessa veramente corale – dichiarava Potito Ammirati nel giugno 2017, al microfono dell’informatica, in occasione della Biennale di Bologna – nel senso che molte cooperative, molte associazioni, alcune fondazioni, ed in fine anche Rai Cinema, hanno finanziato la produzione di questo film che non è solo il film di Arcobaleno ma di tutta la rete. Il film racconta in maniera molto parallela le derive in cui si generano le gare d’appalto al massimo ribasso. Un film che ha completato la realizzazione nella primavera 2017 è stato consegnato a Rai Cinema a giugno 2017 e presentato in diversi festival. Verranno organizzati momenti ad hoc – conclude il presidente della cooperativa Arcobaleno – per la visione del film, soprattutto con chi ha partecipato alla produzione ”.
Il film si è già aggiudicato la ‘menzione speciale’ della diciannovesima edizione del Sudestival, la rassegna cinematografica, dedicata al cinema d’autore italiano, svolta a Monopoli e diretta da Michele Suma. La giuria ha assegnato la menzione speciale “per l’originalità del soggetto, che mescola abilmente le suggestioni delle storie di genere con la tensione etico-civile tipica del migliore cinema italiano del passato. Ma originale e lodevole è anche l’impianto produttivo di questo film, che nasce dal basso, piccolo e indipendente, ma con la grande ambizione di toccare gli spettatori con una ‘fiaba civile, emozionante e a tratti poetica”.
“Non è un film sulla mafia – spiega il regista toscano Riccardo Iacopino – ma una sorta di favola civile. Non una cronaca spicciola ma la descrizione di sentimenti universali, con un protagonista, Diego, interpretato da Matteo Carlomagno, che sta nel mezzo, quasi neutro, fra i buoni e i cattivi, un uomo che appare asettico e privo di sentimenti, che riesce ad appropriarsi di segreti industriali grazie ai quali alcune aziende mafiose vincono gare di appalto pubbliche”. “È il sottobosco degli intrecci tra corruzione e malavita – come Scrive Dario Fasano sul Corriere del Mezzogiorno – una realtà con la quale in molti oggi sono costretti a fare i conti”.
Al Massimo Ribasso, girato tutto a Torino, è scritto da Riccardo Jacopino, Tommaso Santi, Manolo Elia e Giovanni Iozzi e realizzato grazie al contributo di Rai Cinema, Fondazione CRT, Coopfond, IREN, Unipol-Sai, FCTPiemonte e delle tante cooperative sociali, aziende e privati che hanno aderito alla campagna di crowdfunding.
Nel cast Matteo Carlomagno, Viola Sartoretto, Alberto Barbi, Francesco Giorda, Stefano Dell’Accio e l’amichevole partecipazione di Luciana Littizzetto che impersona la presidente della coop che cerca di spiegare ai soci il suo impegno per non far perdere loro un appalto e i posti di lavoro.
Presentato anche in anteprima fuori concorso all’ultima edizione del Torino Film Festival nella sezione Festa mobile/Film Commission Torino Piemonte, genere ‘Noar di impegno civile’,
è il primo in Italia prodotto da una cooperativa sociale attraverso il finanziamento collettivo del crowdfunding ed è in cerca di una distribuzione nelle sale.
Violante Emiliano