La raccolta degli indumenti usati a Rimini, di cui si occupa La Formica è per la cooperativa sociale riminese un’attività storica e per certi aspetti anche identificativa, essendo una delle prime raccolte di cui si è occupata dagli anni ’90. Era il 1997 infatti quando, in collaborazione con Hera e Caritas Diocesana la cooperativa iniziava ad occuparsi di questo importante segmento della raccolta differenziata, un settore che oltre al grande significato legato all’ambiente, al riuso e il riciclo – a cui si sottopongono gli indumenti usati raccolti – ha anche un grande valore dal punto di vista sociale, per l’aspetto legato all’inserimento di persone svantaggiate.
Il lavoro di per se infatti da sempre consente un facile e agevole inserimento nel mondo del lavoro per chi – ha causa di un qualche tipo di svantaggio sociale o fisico – è rimasto fuori dal mondo del lavoro.
Oltre ad essere una seconda possibilità per qualcuno, quello degli indumenti usati è un tipo di raccolta, che, rappresenta anche un’importante filiera del recupero dei rifiuti, pilastro ‘dell’economia circolare’. La Formica crede in questa filiera da diversi anni, avendo provato, anche in esperienze passate, a chiudere il ciclo di recupero con i progetti mirati come il ‘centro di selezione ed igienizzazione’ ed il negozio di vendita al dettaglio in città, denominato “nuovodonuovo”. Esperienze virtuose i cui progetti oggi si sono conclusi e ridimensionati, facendo nascere l’attuale servizio di raccolta e stoccaggio che è esteso in tutto tutto il territorio provinciale.
Un servizio che ha numeri rilevanti se si considera che sono oltre 423 mila i kg di indumenti usati che La Formica ha raccolto e stoccato nel 2021 – erano 313 mila nel 2020 e 190 mila nel 2019. Un settore che in cooperativa è gestito da una squadra di 2/3 persone – di cui una appartenete alle categorie – che, con un mezzo idoneo operante su diversi turni di lavoro, si occupa di fare la raccolta a livello di tutto il territorio provinciale.
Questo importante tipo di raccolta differenziata viene proposta infatti su un territorio molto esteso, che comprende diversi comuni della provincia: sul territorio del Comune di Rimini, infatti sono presenti – distribuiti fra il centro e la preferita – ben 73 cassonetti. Oltre a questi ci sono anche il Comune di Santarcangelo di Romagna con 5 cassonetti; quello di Misano che ne ha 6; S. Giovanni in Marignano (1); Morciano (2); Monte Scudo (1); Coriano (2); Bellaria- Igea marina (4); Cattolica (3); Verucchio (4); Riccione (1) e Saludecio (1).
Il servizio attualmente è inserito nel circuito di “Recooper”, l’importante rete nazionale del riuso no-profit, a cui aderisce la cooperativa, che rappresenta l’evoluzione della raccolta di materiali circolari e sostenibili. Una rete che opera su diverse regioni e che promuove il valore etico del riuso, producendo un impatto sociale positivo, misurabile e trasparente.
La rete Recooper è nata da un progetto di “ecoBI”, il consorzio di cooperative sociali che ha sede a Modena, con il supporto di alcune imprese sociali no profit: La Fraternità di Bologna, La Piccola Carovana di Crevalcore, La Formica di Rimini e Città Solare di Padova ed altri partner operativi. Lo scopo è quello di condividere le rispettive esperienze e migliorare la gestione, portandola a una dimensione sovra-regionale. Un’azione che lavora anche sul fronte della comunicazione per raccontare la raccolta e il riuso in maniera nuova e diversa, mettendo in evidenza i valori scelti: la trasparenza con la quale si vuole assicurare sempre la tracciabilità e l’eticità; il rispetto per l’ambiente per l’economia circolare e la riduzione dei consumi energetici; l’impatto sociale positivo, per garantire il reinserimento lavorativo di persone in difficoltà e d in fine anche un sostenibile impatto economico, riferito ai progetti umanitari locali e nei paesi in via di sviluppo. La Rete Recooper inoltre è recentemente partner di ASviS, L’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, nata nel 2016, per far crescere nella società italiana, nei soggetti economici e nelle istituzioni la consapevolezza dell’importanza dell’Agenda 2030 dell’Onu.
Sono importanti i numeri che la rete Recooper sfoggia nel 2021, il suo primo anno in cui, con le imprese sociali aderenti, ha messo a frutto la propria collaborazione. Dal report sulla raccolta differenziata, pubblicato sul sito della rete, emerge infatti che il il totale di abiti usati raccolti nel 2021 equivale a 6.339.382 kg, raccolti in complessivi 615 cassonetti, con 16 mezzi adibiti a questo tipo di operazione. Un servizio esteso che ha coinvolto un totale di 51 lavoratori – di cui 28 in condizioni di fragilità. Questi numeri, che raccontano di una raccolta fatta su un totale di 143 comuni dell’Emilia Romagna e del Veneto, son dati molto significativi considerando che in alcune di queste realtà, come nella provincia di Rimini, anche altri soggetti si occupano di questa tipologia di raccolta. La rete poi si occupa anche di altre tipologie di raccolta come quella che riguarda il progetto di recupero del sughero.
Gli abiti raccolti da Recooper sono sottoposti a selezione e igienizzazione e quindi donati. Gli abiti non donati sono venduti e il ricavato utilizzato per creare nuovi posti di lavoro, per sostenere economicamente associazioni del territorio e utilizzati per organizzare iniziative di educazione al riuso.
“Si tratta di un nuovo approccio alla raccolta – ricorda Pietro Borghini, Prediende de La Formica – nuovo anche nel rapporto con gli utenti, le istituzioni e il mondo delle aziende private, per il quale La Formica ha deciso di aderire in quanto condivide in pieno l’idea della rete di educazione al recupero e al riuso, superando il concetto di donazione per applicare invece quelli di responsabilità, di buona pratica e di sostenibilità. Obiettivi che rispecchiano in pieno la filosofia della nostra cooperativa, con un sistema etico di trasparenza chiara, che rispetta al contempo valori sociali, ambientali e sostenibilità economica.”
Tutte le informazioni sulla rete Recooper sono consultabili a questo link https://recooper.it/
e.v.