Si è svolta questa settimana – nella giornata di giovedì 21 ottobre – l’assemblea annuale di Confcooperative Romagna, la prima dopo la fusione tra le Unioni di Ravenna-Rimini e Forlì-Cesena, avvenuta a novembre 2020. L’importante momento assembleare, che ha visto le cooperative romagnole riunirsi nel Centro congressi di Milano Marittima, è stato anche il momento per fare il punto e guardare avanti, dopo questi difficili mesi dell’emergenza sanitaria che hanno messo in difficoltà tante imprese. Al tavolo dei relatori, tra i rappresentanti delle diverse realtà romagnole, c’era anche la Vice Presidente de La Formica Mirca Renzetti, chiamata a fare un intervento particolare sul tema ambientale e sulla declinazione sociale del concetto di sostenibilità oltre che a far conoscere l’esperienza della cooperativa sociale riminese, che in questo particolare anno ha compiuto 25 anni di attività.
Una situazione difficile quella della pandemia, che ha saputo leggere e descrivere bene il presidente Neri nel suo intervento nel quale ha commentato: “Ci sono cooperative che hanno sofferto di più, in particolare quelle dei settori culturale, sportivo, turistico, della ristorazione collettiva, e altre come le cooperative sociali che hanno dovuto sostenere sforzi organizzativi immensi per garantire la sicurezza di tutti. Ma la situazione complessiva e di tenuta e di questo non possiamo che dirci soddisfatti e pronti a guardare avanti”.
Oltre al bilancio di sostenibilità 2020, in cui è stata presentata la rendicontazione e gli effetti economici, sociali ambientali dell’attività sul territorio, quest’assemblea annuale è stata l’occasione anche per fare il punto sul lavoro svolto in questi difficili mesi segnati dalla pandemia e dall’emergenza sanitaria. Un momento particolare che non ha però arrestato la fusione di Confcooperative Romagna- conclusasi da meno di un anno – che adesso porta con sé numeri rilevanti. Sono infatti 577 le cooperative rappresentati dalla centrale romagnola dislocate nelle province di Forlì Cesena, Ravenna e Rimini, per un totale di 108 mila soci, 39 mila persone occupate stabilmente, con un lavoro e un valore della produzione di oltre 7 miliardi di euro.
“Confcooperative Romagna è nata non da debolezze – ribadisce Maurizio Gardini Presidente di Confcooperative Nazionale – ma da forze che decidono di mettersi insieme per essere ancora di più al servizio delle cooperative. Questo è un territorio ad altissima densità cooperativa, qui c’è l’eccellenza dell’agroalimentare ma c’è anche un’esperienza della cooperazione sociale eccezionale. Ci sono i motori della cooperazione di lavoro dell’housing. Ci sono grandi banche di credito cooperativo che sono importanti per lo sviluppo del paese. Esiste in Romagna quindi un’eterogeneità di presenza, che rende veramente particolare e prezioso questo territorio”.
Tra i temi principali di questa assemblea c’è stato anche quello dell’economia sostenibile, un argomento attualissimo, in cui è stata chiamata proprio la Formica a portare la propria esperienza attraverso la sua vicepresidente Mirca Renzetti, seduta al tavolo dei relatori anche nel suo ruolo di Presidente dei giovani imprenditori di Confcooperative Emilia Romagna.
“Il tema della sostenibilità in Formica lo abbiamo sempre approccio in maniera integrale – dichiara Mirca Renzetti – così come il professor Stefano Zamagni anche nelle ultime giornate di Bertinoro l’ha esposta; cioè con uno sguardo che veda la sostenibilità sia dal punto di vista ambientale ma anche economico e sociale. È importante oggi che le cooperative sociali si confrontino anche in un’ottica di bilancio di sostenibilità “integrale”, anche per essere in pieno adempimento a quelli che sono gli obiettivi dell’Agenda 2030. Una sfida che tutti dobbiamo saper cogliere sia in termini di impegno che in termini di opportunità. Il nostro ruolo anche come giovani imprenditori è un ruolo importante e pro-attivo. Il tema dell’intergenerazionalità fa parte del DNA dell’impresa cooperativa. In questo senso i giovani devono trovare uno spazio, sia per inserirsi come elemento di innovazione all’interno delle imprese già consolidate, ma anche per intraprendere nuovi percorsi, per intraprendere costituendo start up cooperative che sappiano cogliere quelle che sono le opportunità date dalla transazione ecologica e digitale”.
e.v.