I soci della Rete 14 luglio, riuniti in assemblea durante la Biennale di Prossimità a Bologna, partono dai lavoratori e dal rispetto delle regole. L’intervista a Pietro Borghini
La collaborazione de La Formica con il consorzio nazionale Idee in Rete, in questi anni, ha portato un crescita considerevole della cooperativa riminese che a livello nazionale ha avuto la possibilità di confrontarsi con realtà ben più grandi e strutturate di lei. Tra i tanti risultati evidenti c’è la nascita dell’Associazione ‘Rete 14 luglio’, una rete nata nell’ambito della Biennale della Prossimità di Genova, che riunisce intorno a se tante realtà legate dalle attività ambientali e dalla gestione dei servizi di igiene ambientale. Ma questo confronto nazionale non si esaurisce solo sui temi legati ai servizi, si estende ben oltre andando a toccare argomenti specifici della cooperazione sociale in generale, come il benessere dei lavoratori e il rispetto delle regole.
Ne abbiamo parlato con Pietro Borghini Presidente del Consorzio nazionale Idee in Rete e presidente de La Formica.
La Biennale nasce da un’idea del consorzio Idee in Rete, che è anche uno dei co-fondatori, che differenze ci sono state con la prima edizione di Genova e quali fra le proposte nel programma di questo anno ti ha interessato di più?
Questa seconda di Bologna è senz’altro un’edizione più matura che ha raccolto un po’ tutte le criticità emerse a Genova e le ha portate a regime, rendendo la Biennale più fruibile in tempi e modi, che sono stati organizzati in maniera diversa. Devo complimentarmi con Gianfranco Marocchi, ex presidente del consorzio Idee in Rete e anche co-direttore della Biennale di Prossimità che, anche questo anno, ha fatto davvero un lavoro eccellente, sia in termini di contenuti che in termini di organizzazione. Con Idee in Rete è stato organizzato un seminario a cui abbiamo partecipato sui migranti che ci ha interessato moltissimo perché è stato proposto un patto fra i soggetti presenti che costituisce un vero e proprio cambio d’azione, una presa di coscienza con lo sguardo di prossimità che cambia in qualche maniera il modo di operare anche in questo tema, così delicato come l’immigrazione. Il giorno precedente è stato organizzata l’assemblea del consorzio Idee In Rete, che ho rappresentato in qualità di presidente, proprio qui a Bologna, per consentire appunto la partecipazione dei soci della rete alla stessa Biennale, anche in questa occasione è emersa una grande esperienza di condivisione e una bella partecipazione, perfettamente in linea con l’atmosfera della Biennale.
Con quale spirito ha partecipato la cooperativa Sociale La Formica e quale valore aggiunto ha portato a questa Biennale?
La Formica ha deciso di partecipare, iscrivendosi singolarmente, ma portando il suo contributo principalmente dentro i due consorzi che hanno aderito, che sono il consorzio idee in Rete nazionale, che peraltro è il cofondatore del processo della Biennale e il Consorzio Sociale Romagnolo d Rimini, con il quale La Formica ha curato l’allestimento della mostra intitolata “Fattore Umano”. Una mostra fotografica itinerante molto efficace, costruita con immagini e racconti, che ha prodotto il CSR da qualche anno per promuovere il lavoro svolto nelle cooperative associate e divulgare i valori propri dell’inserimento lavorativo, della diversità e del lavoro. Grazie ad una nostra collaboratrice abbiamo presenziato la mostra e abbiamo collaborato con il CSR ad allestirla dentro gli spazi della biennale, proprio dove è stato organizzato il convegno della ‘Rete 14 luglio’, il workshop svoltosi sui temi che riguardano il mondo della cooperazione sociale.
Oggi pomeriggio c’è stata l’assemblea dell’associazione Rete 14 luglio, come ti sembra sia andata e soprattutto che percorso ti sembra abbia fatto l’associazione da quando è nata, proprio nell’alveo della Biennale di Genova, fino ad oggi?
L’associazione penso che abbia mantenuto l’entusiasmo dei primi giorni, cioè di quando ci siamo visti a Genova e, subito dopo un mese, a Milano, dove abbiamo tracciato il percorso che poi è stato fatto in questi anni. Ci vediamo ogni tre o quattro mesi e in certe occasioni in maniera strutturata, come ad esempio nell’ambito della Biennale oppure come in occasione di Ecomondo a Rimini, che chiaramente per il tema ambientale che tratta è la kermesse nazionale più vicina alle cooperative che aderiscono alla rete. C’è una grande attenzione nei confronti dei territori di provenienza, infatti abbiamo deciso ad esempio che il prossimo incontro sarà fatto a Napoli, dove ancora non abbiamo fatto mai un incontro. Ci siamo visti a Genova, a Brescia a Torino, a Rimini e qui a Bologna perché credo sia necessario stare vicino ai soci per aumentare la conoscenza reciproca. Emerge una positiva voglia di partecipare e di crescere insieme, anche oggi pomeriggio nell’assemblea della Rete, eravamo più di 30 persone. La partecipazione rimasta sempre molto alta, le cooperative che più si spendono nel confronto sono sempre molto presenti. E’ vero, alcuni soggetti hanno perso un po’ l’entusiasmo, ma direi che il gruppo proponente resta intatto e ha una gran voglia di fare.
Oggi in assemblea avete trattato il tema del welfare aziendale, un aspetto molto vicino al mondo della cooperazione sociale, quali forme possibili sono previste dalla norma e quali sono auspicabili per le cooperative della rete ?
E’ vero il welfare aziendale è un tema molto delicato, molto vicino a chi, come le cooperative sociali si sente vicino alle persone. Lo stiamo affrontando per dare una risposta molto vicina a quelle che sono le necessità dei nostri soci. A prescindere da quelle che sono le indicazioni della norma devo dire che c’è davvero l’intenzione di dare una risposta ai bisogni reali delle persone , siano esse soci o solo lavoratori, senza pensare agli aiuti economici oppure alla scontistica che potrebbe consentire una legge dello Stato. Questo perché comunque abbiamo scoperto da una nostra indagine interna che ogni cooperativa, mette davvero al centro la persona e cerca di fare comunque un welfare aziendale attivo. Poi comunque è chiaro che anche l’aspetto fiscale e quello normativo servono e bisogna capire in che modo possiamo metterlo in atto e sfruttarlo.
Altro grande argomento all’ordine del giorno è stato il codice etico, una carta condivisa di valori che tra breve potrebbe partorire la Rete e diventare il documento in cui ciascun aderente si riconosce.
Si questo è l’altro grande tema che comunque era stato proposto sin da quando abbiamo fondato l’associazione 14 luglio. All’inizio è stato molto dibattuto, ma poi lo abbiamo lasciato un po’ da parte perché è un tema molto complesso. Stiamo lavorando alla definizione di una carta etica che rappresenti un vero proprio patto che stringiamo fra di noi, ma che rappresenti anche una carta ufficiale da presentare all’esterno che ci sappia descrivere per quelli che si avvicinano a questa rete in modo che si capisca subito quali sono i nostri principi irrinunciabili. E’ un modo sano per fortificare i nostri rapporti, distinguerci all’esterno e anche difendere quelli che sono i nostri valori che ci rappresentano.
Insomma una rete che lega intorno a se cooperative che lavorano nel settore ambientale, ma che però non si confrontano solo sui temi ambientali, ma quanto è importante per La Formica stare in una rete nazionale di questo tipo ?
Si, i temi su cui ci confrontiamo possono essere per certi versi globali ma che poi in realtà sono anche locali perché ciascuno di noi poi li vive sul propio territorio. Il welafare aziendale è un tipico esempio questo in senso . In questa rete si può respirare un’aria di esperienze di livello nazionale e una cooperativa come la Formica per quanto grande e strutturata, può portare a casa delle esperienze che poi può applicare nel suo territorio e nella sua realtà specifica. E’ proprio questo confronto con altre realtà, anche più consolidate oppure con una storicità importante, rappresenta il valore aggiunto, un aiuto fondamentale alla crescita dei più piccoli.
Inoltre c’è il confronto che oggi nell’assemblea è stato toccato un po’ di meno ma che resta comunque il vero collante di questa rete. Teniamo presente che tutti i partecipanti alla rete hanno comunque come attività principale quella dell’igiene ambientale, quindi il lavoro ordinario rimane comunque sempre quello di un confronto su un lavoro che rappresenta prevalentemente i servizi svolti dalle nostre. Questo è un aspetto che comunque va sempre difeso e possibilmente incrementato, perché ci consente di fare molti inserimenti lavorativi di persone svantaggiate. L’obiettivo è perfettamente in linea con la mission della Biennale di Prossimità , nella quale siamo nati : continuare a vederci per crescere insieme in un’ottica di sostegno e di empowerment in cui ciascuno possa essere una risorsa l’uno per l’altro e insieme costruire risposte per tutti.
Violante Emiliano