Al convegno organizzato dalla Diocesi l’esperienza diretta de La Formica
Non è stato un convegno come tanti altri, ma un incontro fra persone che hanno a cuore il tema del lavoro. Quel lavoro che riesce, da solo, a dare dignità alle presone.
A pochi mesi dalla 48ma Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, prevista a Cagliari dal 26 al 29 ottobre prossimo, che ha al centro il tema del lavoro, si è svolto al Seminario di Rimini il momento d’incontro intitolato “Il lavoro che vogliamo. Libero, creativo, partecipativo e solidale”, organizzato da Diocesi di Rimini, Ufficio Pastorale Sociale, Associazione Madonna della Carità, Cooperativa Madonna della Carità, Compagnia delle Opere, Centro di Solidarietà, Progetto Policoro e Acli.
Quella dello scorso lunedì 22 maggio è stata in realtà un’altra tappa di un percorso, già cominciato da tempo a Rimini e destinato a continuare. Un’altra opportunità per mettere a fuoco le difficoltà legate alla ricerca del lavoro e fare un’analisi seria sulle dinamiche lavorative del nostro territorio, partendo proprio dalle esperienze negative. Il confronto, che ha messo in luce le buone pratiche presenti in provincia, è stato strutturato in due momenti principali, il primo di tipo convegnistico, nel quale, dopo un’introduzione ai lavori a cura dell’Ufficio diocesano di Pastorale sociale e del lavoro, si sono ascoltati interventi e testimonianze dirette; il secondo. Poi le conclusioni del professor Giuseppe Notarstefano, vice presidente settore Adulti di AC. La seconda parte di tipo conviviale, con un buffet allestito nei locali del Seminario.
Tra gli interventi di chi ha portato la propria testimonianza c’è stato quello di Mirca Renzetti, Vicepresidente de La Formica, che. dopo aver raccontato la sua esperienza di accesso al mondo del lavoro e dell’opportunità di crescita ricevuta, ha fatto notare quanto siano necessarie iniziative come quella del Fondo per il lavoro, che nell’ambito della propria cooperativa ha potuto conoscere, promuovere e sperimentare anche con assunzioni.
“Sono le imprese che si mettono in gioco e si fidano – ha sottolineato Mirca Renzetti – quelle che riescono a dare vere opportunità ai giovani. Queste stesse imprese si giocano un ruolo centrale nella propria realtà territoriale perché concorrono a far crescere il fondo per il lavoro. Si tratta di un modello di buone prassi che può essere esportato in altre realtà, un meccanismo di grande solidarietà che fa sentire l’impresa stessa inserita concretamente nel tessuto territoriale in cui lavora ed in cui vuole progettare di crescere”.
Emiliano Violante