Colloqui con gli operatori e analisi del clima aziendale. L’intervista con Nicola Pastore, responsabile degli inserimenti lavorativi de La Formica
Come tutti gli anni, nel periodo autunnale La Formica investe in ‘relazioni personali’. Non si tratta di un’iniziativa commerciale per la vendita di nuovi servizi, ne della presenza della cooperativa in qualche stand fieristico, ma di qualcosa che avviene ogni anno in maniera silenziosa, all’interno della cooperativa, nella riservatezza dell’ufficio del responsabile per gli inserimenti lavorativi (RIL). Anche nell’anno appena trascorso, da ottobre a dicembre, Nicola Pastore ha portato avanti questa importante attività di ascolto interno, incontrando a colloquio i soci e gli operatori della cooperativa. Si tratta di un particolare momento della vita della cooperativa in cui gli operatori e i soci possono confidarsi su aspetti personali o chiedere, senza pretese, che l’azienda tenga conto delle loro esigenze. Un modo per monitorare il benessere dei lavoratori, renderli partecipi e intervenire con aiuti specifici, ove si incontrino situazioni difficili. “Se la somma dei problemi è troppo grande bisogna intervenire prima che sia troppo tardi – ribadisce il responsabile degli inserimenti – una persona in difficoltà deve decidersi a chiedere aiuto quando ha davvero bisogno. C’è chi ha dietro di sé una rete pronta ad intervenire per dare una mano al bisogno, e chi invece ha una situazione così fragile per cui anche un problema piccolo può diventare un grande disagio”.
E’ questo l’anello di solidarietà interno che circonda i lavoratori de la Formica in un’attività di assistenza e tutoraggio continuo che va ben oltre il rapporto datore di lavoro – dipendente. Ne abbiamo parlato con Nicola Pastore.
In cosa consiste il colloquio con i lavoratori e cosa emerge solitamente da questo confronto ?
Una parte del colloquio riguarda la sfera privata, per capire se la persona ha una situazione personale o familiare facile da vivere o complicata. C’è anzitutto il problema della salute e dell’età che avanza; c’è chi vive da solo, e deve trovare un equilibrio contando solo sulle sue forze; c’è anche chi ha famiglia e ha il problema di conciliare i bisogni e i problemi con la vita lavorativa. Se l’operatore è il solo a lavorare il problema più grande è arrivare a fine mese; d’altra parte conciliare gli orari di due persone che fanno lavori diversi è complicato, e poi ci sono i bambini che vanno a scuola…
Come si riesce a coinvolgere il lavoratore, senza correre il rischio di un’invasione della privacy ?
Non è un’invasione della privacy: i colloqui sono liberi e gli argomenti del restano sempre riservati, ma è bene che in cooperativa i tutor siano a conoscenza se una persona sta vivendo un momento difficile. è giusto che un operatore sappia che la cooperativa è interessata a lui e alla sua vita: ci preoccupiamo se lo vediamo in difficoltà, siamo contenti se va tutto bene, e se ha un problema ci chiediamo cosa è meglio fare per lui.
Come viene affrontato il tema del lavoro e in che maniera si riesce a creare una partecipazione propositiva ?
Un altro tema che dà sostanza al colloquio è la vita lavorativa: se procede bene, se la persona riesce a completare l’orario settimanale, se la salute lo sostiene, se c’è qualcosa che si può migliorare. Un’attenzione particolare va alle proposte che l’operatore fa per migliorare la cooperativa: vengono richieste nuove attrezzature da acquistare per facilitare il lavoro, indumenti capaci di tenere bene la pioggia, caschi, guanti e scarpe di sicurezza che si possano indossare bene; ma anche proposte riguardanti i camion, l’organizzazione del lavoro, la vita sociale della cooperativa, e tante altre ancora. I nostri lavoratori passano buona parte del loro tempo a diretto contatto con i problemi di ogni giorno, e hanno l’occhio allenato a notare le cose che non vanno: il loro contributo è prezioso, e nell’Assemblea di dicembre queste proposte vengono illustrate a tutti in forma anonima; la direzione riporta anche le proposte precedenti che sono state accolte e trasformate in realtà. Per la cooperativa è importante che gli operatori abbiano a cuore il buon funzionamento e diano un contributo per andare avanti meglio; e per gli operatori è bello sapere che le loro proposte non vanno sprecate.
Altro tema importante sono i rapporti personali e il clima che i lavoratori vivono in cooperativa (rapporti tra gli operatori, rapporti con i responsabili, rapporti tra la direzione e chi lavora sul campo, ecc.) qual’è il quadro che emerge in riferimento a questo argomento ?
La direzione ha sempre considerato importante questo aspetto, tanto che ha richiesto diverse volte a me e alla socia volontaria Piera, un’analisi dettagliata che partisse da questionari anonimi. Queste analisi, fatte in diverse edizioni, hanno messo in luce se in cooperativa si viveva con un senso di benessere o di malessere, e se c’era oppure no fiducia nella direzione. I risultati di queste analisi sono poi stati illustrati alle Assemblee dei soci, mettendo in evidenza i punti dolenti e chiarendo su quali aspetti si doveva lavorare per migliorare. Ma anche quando non si fa un’analisi completa del clima partendo dai questionari, i colloqui con i soci e gli operatori possono dare indicazioni preziose: ci dicono se c’è disagio, se si parla dietro le spalle, se ci sono gelosie e malumori, se c’è chi sparla della cooperativa o della direzione o dei colleghi di lavoro, se c’è chi guarda con insistenza il turno degli altri, la paga degli altri, il camion degli altri, i privilegi degli altri, le preferenze che i responsabili fanno sempre a favore degli altri. Può capitare che un disagio profondo abbia alla base un motivo leggero; ma è importante ascoltare, prendere atto, ragionarci su, approfondire, e soprattutto non ignorare i sintomi del malessere. Impariamo dai nostri denti: se non ci dessero mai nemmeno un po’ di dolore ci accorgeremmo dei problemi solo quando è troppo tardi per fare qualcosa.
Violante Emiliano