Pietro Borghini alla guida della rete di cooperative, attiva dal 2003 e presente in 14 regioni italiane
E’ il riminese Pietro Borghini il nuovo presidente di Idee in Rete (I.in R.), il Consorzio Nazionale di cooperative sociali costituito nel 2003 che associa consorzi territoriali, cooperative sociali e reti settoriali di cooperative sociali. Una parte fondamentale del movimento cooperativo riconosciuta e associata a Confcooperative che coinvolge circa 400 realtà sociali, sparse in 14 regioni italiane. Sono la condivisione, lo scambio ed il confronto i principali strumenti di lavoro con cui, da 13 anni, Idee in Rete è impegnata nell’integrazione sociale, e nel cercare nuove soluzioni per la risposta ai bisogni dei territori attivando processi di inclusione sociale. Un lavoro di assistenza e cura dei rapporti cooperativi che fin ora è stato coordinato da Gianfranco Marocchi, presidente uscente, che ha guidato il consorzio fin ora, sin dalla sua nascita. Continuare su questo delicato ed impegnativo percorso, finalizzato, fra l’altro, ad accrescere il senso di appartenenza alla rete dei singoli soci, è adesso il compito di Pietro Borghini, che si accinge ad accogliere le sfide che il consorzio deve affrontare nei prossimi anni.
Si tratta sicuramente di un impegno importante che vede, ancora una volta, l’esperienza cooperativa riminese, proporsi come esempio e modello a livello nazionale. Una vision che prende forma dal principio cooperativo cardine della ‘mutualità’, come emerge dall’intervista fatta al nuovo presidente, pubblicata sul sito del consorzio Idee in Rete (I.in R.).
Come hai incontrato il consorzio Idee in Rete?
La mia cooperativa si è associata ad I.in R. nel 2011, dopo un percorso di conoscenza iniziato nell’anno precedente; è uno dei pochi casi di adesione diretta di una cooperativa e non di un consorzio. Ciò avvenne come esito di un’approfondita discussione, in cui apprezzammo alcuni degli aspetti che costituiscono l’identità fondante di Idee in Rete: la capacità di far circolare le esperienze imprenditoriali di successo e le eccellenze, l’attenzione al manifestarsi di nuovi bisogni e a sviluppare nuovi servizi, la capacità di mettere in contatto i propri associati con opportunità imprenditoriali di livello nazionale, il fatto di far lavorare insieme e in sinergia persone e cooperative e tanti altri aspetti che fanno di Idee in Rete un sistema di cui vale la pena di far parte.
Ma perché oggi una cooperativa dovrebbe aderire ad un consorzio?
Alla base, per me, vi è sempre la “Carta dei Valori e dei Principi” la “Carta di Manchester”, che nel 1995, quando stavo intraprendendo l’esperienza cooperativa dopo anni di militanza nel volontariato Caritas, definisce come Sesto Principio la Cooperazione tra cooperative “Le cooperative servono più efficacemente i propri soci e rafforzano il movimento cooperativo lavorando insieme attraverso strutture locali, regionali, nazionali ed internazionali”. A questo mi sono ispirato anche nella mia storia di cooperatore, promuovendo la partecipazione della mia cooperativa a diversi consorzi territoriali, sia in aggregazioni generalistiche, sia legate ad ambiti di attività specifici e tutt’ora, accanto alla partecipazione in I.in R., la mia cooperativa è inserita in reti settoriali legate all’ambito dell’igiene ambientale. Nella mia storia di cooperatore vi è sempre stato il sostegno allo start-up di alcune cooperative, l’adesione e l’assistenza a progetti di sviluppo promossi da cooperative del territorio, l’adesione a Banca Popolare Etica e a due Banche di Credito Cooperative, la partecipazione al Forum del Terzo Settore. Insomma, le cooperative lavorando in rete offrono maggiori opportunità di sviluppo alle proprie comunità – a proposito, questo è il Settimo principio della Carta di Manchester! – proprio perché mettono insieme storia, competenze e ambizioni di servire sempre al meglio i cittadini. Per fare questo un consorzio deve essere uno strumento che si mette ogni giorno al servizio dei propri soci, stimolare la creazione di reti solidali e di condivisione e non guardare solo alla propria autonomia imprenditoriale: solo così potrà promuovere al meglio i valori e i principi della cooperazione tanto indispensabili per la nostra società. E questo è quello che ho trovato in Idee in Rete e che mi ha spinto allora a iniziare questa avventura ed oggi ad assumermi questa responsabilità.
Quando hai iniziato ad avere a che fare con Idee in Rete, cosa ti ha colpito di più?
Nel 2010 cinque consorzi provinciali del mio territorio avevano deciso di fondare un consorzio regionale, che sarà poi il Consorzio Faber; a quell’epoca io ero presidente del CSR, un consorzio di cooperative B. In vista della costituzione di Faber, feci numerose ricerche su internet e sorprendentemente trovai molto materiale di I.in R.. Mi colpì molto quest’idea innovativa di un consorzio molto leggero (come struttura) dove ogni socio si impegnava a portare un suo contributo, non solo quello economico ma soprattutto quello delle competenze e del tempo dato gratuitamente al fine di sviluppare reti attive e partecipative di cooperative. È una delle caratteristiche che per me deve continuare ad essere un elemento autentico e distintivo di Idee in Rete. Fu così tra l’altro che decidemmo di usare lo stesso stile per fondare il consorzio regionale Faber.
Quando poi sono arrivati i primi contatti personali, soprattutto con Gianfranco Marocchi che ne è stato presidente sino alla settimana scorsa, mi colpì molto il suo proposito, molto determinato, di puntare sui giovani. Anche grazie a questi stimoli, ho scelto nella mia cooperativa di assumere tra il 2011 e il 2012 due ragazze molto giovani, proponendo loro, oltre che un lavoro, anche e soprattutto un cammino di crescita proiettato verso l’acquisizione di responsabilità in cooperativa. Questo percorso ha portato molto presto una delle ragazze a ricoprire la posizione della vicepresidente, dando così a La Formica una marcia in più per quanto riguarda il rinnovamento non solo in termini generazionali ma anche in termini di pensiero e cultura organizzativa.
E poi, una volta iniziata l’avventura in Idee in Rete?
Io ho vissuto sin dall’inizio e tutt’ora vivo Idee in Rete come un luogo dove scambiare e condividere, a partire dal settore di attività della mia cooperativa, con obiettivi che si implementavano e rinnovavano via via. Ma con alcuni punti fermi: l’identità di Idee in Rete e la scelta di investire nella partecipazione ai diversi momenti, assembleari e di coordinamento, che deve essere attiva, costante e costruttiva. Solo così si possono creare quelle opportunità di sviluppo, sia per la propria impresa che per la comunità in cui si opera. A me personalmente queste occasioni di partecipazione, oltre che utili per l’attività quotidiana, mi hanno permesso di conoscere gli altri soci.
Tra i tanti cantieri aperti di Idee in Rete quello che vorrei rilanciare è in primo luogo Giovani Talenti, un progetto per lo sviluppo delle competenze dei cooperatori più giovani, che è da promuovere e attuare con la massima forza e competenza per permettere al nostro sistema e al mondo cooperativo di affrontare il tema del rinnovo generazionale. Solo così possiamo rispondere alle sfide dei cambiamenti giornalieri che nel mondo avvengono.
L’altro aspetto che non mi ha mai abbandonato è la volontà di fare rete tra le cooperative; per citare solo l’ultima esperienza in cui mi sono coinvolto, l’associazione “14 luglio”, nata dalla Biennale della Prossimità di Genova, che sta creando un modo nuovo di relazionarsi tra le cooperative di tipo B che lavorano nei servizi di igiene ambientale.
E quindi alla fine ti sei candidato alla presidenza di Idee in Rete; come è nata questa idea?
La candidatura è maturata in quest’ultimo periodo dopo un anno di intenso lavoro, in cui il nuovo CdA, in cui sono entrato nel 2015, ha lavorato bene e ha costruito una squadra che si è divisa le responsabilità e compiti. Quindi quando Gianfranco ha espresso la volontà di concludere il suo mandato da presidente ho pensato che potevo provare a mettere a disposizione di Idee in Rete la mia positiva esperienza; questa candidatura è stata discussa prima nel Consiglio di Amministrazione e poi in assemblea e così… eccomi qui, da neo eletto!
Su quali temi prioritari deve concentrarsi il consorzio nei prossimi anni?
Una premessa: tutti gli obiettivi richiedono di consolidare e sviluppare il metodo di lavoro basato sulla distribuzione di compiti tra i consiglieri e tra altre persone espressione della base sociale a seconda delle competenze, valutando così le capacità e le esperienze di ciascuno e chiamando tutti ad assumersi pezzi di responsabilità. Ed è questo che oggi mi permette di accettare fiducioso il mio incarico e impegno che porterò avanti con tanta passione. Cercherò di coinvolgere, non solo il CdA ma anche tutti i soci, con la priorità della ricerca dell’equilibrio economico del Consorzio, porteremo avanti e svilupperemo gli obiettivi che già I.in R. si è dato nel 2015: 1) consolidamento del rapporto con i soci con lo scopo di far sì che non solo i consorzi territoriali siano consapevoli e contenti dell’adesione a Idee in Rete, ma lo siano anche le singole cooperative ad essi associate e che tutti comprendano e apprezzino il fatto di appartenere e aprirsi a una rete nazionale; 2) ampliamento della base sociale con l’attenzione di fare aderire anche singole cooperative; 3) consolidamento e miglioramento della comunicazione, sia esterna che interna; 4) formazione e sviluppo di temi e competenze di formazione; 5) sviluppo della progettazione sia nazionale che europea per sostenere la capacità delle nostre cooperative di produrre innovazione sociale; 6) sviluppo e ampliamento dell’impronta imprenditoriale del Consorzio.