Gli studenti dell’Istituto Tecnico Economico riminese guardano al proprio futuro visitando il mondo della cooperazione sociale
Da qualche tempo in cooperativa si sta rinnovando una bella abitudine che consente ai giovani di affacciarsi nel mondo cooperativo e dare uno sguardo al lavoro fatto dalle imprese sociali del territorio. Si tratta della visita di alcune scolaresche che, tramite l’intermediazione di insegnanti sensibili ai temi della cooperazione, chiedono a La Formica di “entrare” in azienda e portare i loro studenti a diretto contatto con il lavoro sociale.
“Nascono occasioni d’incontro e di dialogo – scrive la socia volontaria Piera Rondini nel Bilancio Sociale – perché gli studenti ascoltano e fanno molte domande, a volte inaspettate. Restano colpiti dall’idea che molti scelgono di lavorare in cooperativa proprio perché è un modo di aiutare chi ha bisogno. Sono curiosi quando vengono a visitarci, guardano ammirati i nostri camion, e concentrano l’attenzione sulle persone; guardano con stupore le ragazze dell’ufficio perché sono molto giovani. Al termine ci ringraziano con calore per il tempo che abbiamo dedicato: i loro insegnanti ci confermano che dopo l’incontro fanno altre domande e continuano a riflettere su ciò che hanno visto. Prima dell’incontro vedevano ‘da fuori’ i nostri operatori al lavoro e i nostri mezzi, ma la visita li fa entrare ‘dentro’; si trovano a stretto contatto con le idee e con le persone, e devono far combaciare le due esperienze. Consideriamo importanti queste occasioni, perché i ragazzi si avvicinano a conoscere una realtà come la nostra con una mente fresca, pronta a capire ed emozionarsi”.
E’ toccato questa volta ad una quinta classe dell’istituto Valturio di Rimini, guidati dal Professor Paolo Correggioli che lo scorso 18 maggio ha portato i suoi alunni, per un’intera mattinata, tra i reparti e gli uffici della sede in via Portogallo. Dopo una prima accoglienza ed un saluto di benvenuto i ragazzi del Valturio si sono trattenuti inizialmente con il presidente Pietro Borghini che ha dato una spiegazione generale di che cosa è una cooperativa sociale e qual’è il suo scopo principale. Il semplice, ma non banale, concetto della democrazia partecipativa è sicuramente l’argomento che ha suscitato maggiore interesse soprattutto nel senso di ‘società di persone’ e non di capitali. Argomenti interessanti per chiunque ma sopratutto per chi , come quei ragazzi, si interessa alle forme societarie delle aziende e agli aspetti della contabilità. Questo è stato l’atro importante argomento messo a fuoco dal legale rappresentante della cooperativa che ha sottolineato, con l’aiuto del Responsabile Inserimenti Lavorativi Nicola Pastore, come in una cooperativa sociale non sia sufficiente solo far quadrare il bilancio economico, ma esiste anche un altro bilancio che è quello sociale, importante come il primo e che va sempre monitorato in maniera professionale, con strumenti certificati.
I ragazzi poi hanno avuto la possibilità anche di entrare a contatto con il direttore e alcuni responsabili che hanno saputo esporre gli argomenti di loro pertinenza come l’organizzazione del lavoro, il funzionamento dei mezzi della raccolta differenziata, i nuovi camion ecologici, l’officina ed altro ancora.
“La visita, con gli studenti di una classe quinta, alla coop. La Formica – sottolinea il Prof. Paolo Correggioli – è una consuetudine che si ripete ormai da diversi anni, grazie alla grande disponibilità che la cooperativa ci ha sempre mostrato. Per studenti che tra poco si affacceranno sul mondo del lavoro è un’esperienza interessante e significativa e non solo sul piano della formazione professionale.
Penso che la si possa considerare come un importante completamento di ciò che i ragazzi hanno studiato in campo gestionale: l’approccio con un modo di fare impresa che vede il profitto non come l’unico fine, ma piuttosto come un mezzo per garantire l’esistenza dell’impresa e permetterle di continuare a svolgere la sua funzione sociale. Particolarmente significativo – conclude l’insegnante del Valturio – è l’incontro con le storie, le persone che, grazie alla cooperativa sociale, hanno avuto una seconda opportunità e trovato nel lavoro un’importante via di riscatto”.
Una visita davvero efficace che si è conclusa con il racconto di alcune esperienze di lavoro, che hanno messo in luce l’importanza dell’aspetto sociale del lavoro solo attraverso il quale si può raggiungere una reale inclusione. I ragazzi si sono riconosciuti in questa esperienza di formazione, forse elaborando una nuova consapevolezza, cioè quella di vedere anche per il proprio futuro un ruolo da cooperatori sociali. Un posto di lavoro dove la propria realizzazione personale e professionale può coincidere anche con una importante funzione sociale esercitata proprio nell’ambito del proprio territorio.