La Formica a Roma per il convegno sulla filiera degli indumenti usati
Non poteva mancare anche La Formica a Roma lo scorso 16 giugno 2015, per il convegno CONAU “Vestiti usati: dalla beneficenza al riuso e riciclo”, svoltosi presso il Palazzo della Minerva a Roma nel Senato della Repubblica e promosso dal CONAU – il Consorzio Nazionale Abiti e Accessori in collaborazione con ANCI e FISE UNIRE.
La storica attività, che la cooperativa svolge dal 1997 in collaborazione con Hera e Caritas Diocesana, recentemente ha avuto anche un allargamento territoriale nel comune di Cesena. Un’ espansione nata dalla proficua collaborazione con la cooperativa il Solco.
La raccolta, il riuso e il riciclo degli abiti usati costituisce ormai una consolidata filiera del recupero dei rifiuti, un pilastro ‘dell’economia circolare’ in cui la cooperativa crede da diversi anni avendo provato, in esperienze passate, anche a chiudere il ciclo di recupero con il centro di selezione ed igienizzazione ed il negozio in città “nuovodonuovo”. Un progetto molto ambizioso, oramai concluso, che adesso è limitato solo alla raccolta e allo stoccaggio.
Quello degli indumenti usati è un comparto con grandi potenzialità, che soffre l’assenza di una normativa trasparente e adeguata alla sua crescente portata economica. Questo favorisce comportamenti illeciti da parte di soggetti non regolari. Proprio a Roma, nel corso dell’evento, é stato presentato uno studio condotto dal Consorzio sui dati del settore e sull’impegno per la trasparenza e la legalità.
Illustri i nomi dei relatori che hanno contribuito a dare un profilo diverso ad un convegno d’importanza nazionale, ciascuno per il proprio ambito di pertinenza. Dal coordinatore dell’incontro Andrea FLUTTERO, Consigliere FISE UNIRE; approfondimento, da Giuseppe Francesco MARINELLO, Presidente della Commissione Ambiente e Territorio del Senato;Paola FICCO, Avvocato, Direttore responsabile Rivista “Rifiuti”; Edoardo AMERINI, Presidente CONAU;Carmine GUANCI, Rete R.I.U.S.E. (Raccolta Indumenti Solidale ed Etica) in collaborazione con Caritas Ambrosiana; Filippo BERNOCCHI, Delegato ANCI energia e rifiuti; Stefano CIAFANI, Vice Presidente nazionale Legambiente; Ministero dell’Ambiente del Territorio e del Mare; Ermete REALACCI, Presidente Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera.
Inizialmente nato come attività di beneficenza, il settore della raccolta e recupero degli abiti usati ha vissuto in questi anni una forte crescita. Attualmente questa filiera industriale del riuso e riciclo é arrivata in Italia a 110.000 tonnellate di indumenti raccolti, una crescita notevole se si considera che nel 2009 la raccolta era stata di 72.000 tonnellate. Si tratta di una frazione della raccolta differenziata dei rifiuti urbani che sono classificati con i codici CER 200110 (abbigliamento) e 200111 (prodotti tessili) e che poi sono avviati ai processi di recupero negli impianti autorizzati alla gestione di rifiuti (ai sensi del D.Lgs 152/06). Da questo processo di trattamento parte il ciclo di post-consumo in quanto ne determina la qualifica ad “indumenti ed accessori di abbigliamento utilizzabili direttamente in cicli di consumo”, oppure “materie prime seconde per l’industria tessile” destinate agli impieghi industriali.
Purtroppo in Italia, come testimoniano, alcune vicende di cronaca degli ultimi mesi, si sono verificate attività di raccolta “border-line” che, violando disposizioni normative, si basano su circuiti paralleli a quelli regolari e autorizzati per la gestione dei rifiuti tessili. Lo sviluppo di questo settore richiede infatti regole chiare e trasparenti per tracciare tutti i flussi di materiali raccolti, garantendo concorrenza sul mercato e limitando le attività illegali.
Insomma si tratta di un importante settore economico, strategico per l’approvvigionamento delle materie secondarie per i settori produttivi, un importante alleato per l’abbattimento dell’impatto ambientale dell’industria che, nel caso della cooperativa, rappresenta anche un significativo campo d’inserimento lavorativo.